La minuscola opera del grande scrittore francese Christian Bobin, diviene voce che risuona nello spazio esterno e ancor più, amplificata, in quello interiore.
Le vibrazioni delle parole pronunciate dall'uomo che cammina, dalla voce che vaga nello spazio e avvolge chi ascolta, fanno vacillare le fondamenta dell'essere, ponendolo faccia a faccia con il coraggio di vivere, di scegliere, di avanzare sempre e comunque.
Sicuramente il traguardo vocale ed espressivo della parola più alto raggiunto dall'attrice, enfatizzato da note sublimi di oboe (a cura di Matteo Donadoni) e da toni penetranti di chitarra elettrica (a cura di Alberto Zanini) amalgamati da effetti luministici da sogno (a cura di Aris Quadri di Clay Paky).
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